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Vivere meglio con la bioedilizia Scelta curata dei materiali, corretto orientamento dei fabbricati

Antonio Simeone, giornalista del Giornale di Vicenza, giovedì 22/11/2001

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, solamente il cinque per cento dei prodotti usati nell'edilizia è innocuo.

La derivazione della parola è greca: oikos (casa) + logos (discorso) = ecologia, vale a dire bioediizia.

La parola oikos (casa), all'interno della parola ecologia, significa ambiente. Alcuni autori definiscono geniale questa similitudine: l'ambiente è la casa di tutti gli esseri viventi cioè quello spazio dove l'uomo, gli animali e le piante vivono.

La frase vale anche al contrario : la casa degli esseri viventi è parte integrante dell'ambiente, Ma se il "far parte di" non crea alcun conflitto per quanto riguarda animali e piante lo stesso non si può dire per l'uomo. Infatti, soprattutto a seguito dell'enorme evoluzione che tecnologie, materiali e stili di vita hanno avuto in questi ultimi 50 anni, l'attività umana dell'abitare ha sull'ambiente un impatto devastante.

L'edilizia bioecologica si pone come obiettivo quello di contenere questo impatto tramite una scelta attenta e consapevole dei materiali, un corretto orientamento dei fabbricati, l'individuazione di eventuali geopatologie, l'approvvigionamento dell'energia da fonti alternative, uno studio degli impianti idrico, elettrico e di riscaldamento condotto in modo da raggiungere le migliori condizioni di comfort al minor costo ambientale possibile, il controllo dei rifiuti, il controllo dei liquami con tecnologie dolci in grado, come nel caso della fitodepurazione, di "creare ambiente anziché distruggerlo", la raccolta e riutilizzo delle acque piovane", etc.

I numeri che fanno riflettere. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità solamente il 5% dei prodotti usati nell'edilizia è innocuo. Il ritmo di crescita nella produzione di prodotti chimici ha dimensioni enormi. I rischi potenziali di una nuova sostanza vengono di norma analizzati dal produttore stesso attraverso esami di laboratorio (soggetti a controlli da parte di organismi pubblici). Nessun controllo viene fatto sugli effetti sinergici negativi che si scatenano in presenza di altre sostanze tossiche.

A rigore di logica, sarebbe necessario valutare i rischi correlati alla tossicità immediata di queste sostanze e ai loro effetti a lungo termine. Tale valutazione viene sistematicamente elusa in quanto contrastante con la logica del profitto immediato che il prodotto deve assicurare una volta immesso sul mercato.

Una questione di rispetto. Alla base della cultura ecologica vi è il rispetto per l'altro qui inteso non come un potenziale nemico o un mero oggetto da sfruttare bensì come un tutt'uno, sia esso uomo, animale o pianta, col "sè" al quale siamo indissolubilmente legati e nei confronti del quale il bilancio tra il dare e l'avere deve poggiare su un armonioso equilibrio.

Nei fatti questo si traduce nel rispettare i luoghi, le culture locali, le persone, le forme viventi più diverse, i sistemi naturali apparentemente più ininfluenti e li equilibri naturali più incomprensibili.

Nella progettazione, nella produzione e nei consumi questo significa rispetto delle risorse e dei materiali, cura delle cose, partecipazione ai processi decisionali e messa al bando della cultura spudoratamente consumistica che imperversa nel nostro tempo.

Al giorno d'oggi progettare a misura d'uomo viene recepito dal tecnico come un progettare a "misura di norma" o di "imposizione legislativa". I rapporti aeroilluminanti, i minimi dimensionali consentiti (che si trasformano in misure standard di riferimento) e l'abitudine a progettare non secondo una cultura umanistica ma secondo le logiche del profitto e del solo rispetto delle norme imposte ai fini dell'ottenimento della concessione edilizia (calcolate sempre al limite inferiore della loro ammissibilità), ha portato a uno stato di completo degrado ambientale.

La complessità del sistema produttivo e dei consumi (dall'estrazione alla lavorazione delle materie prime, alla produzione e distribuzione , fino alla dismissione dei prodotti) richiede una lettura trasversale e approfondita che comporta difficoltà ancora irrisolte. Tuttavia la difficoltà della lettura dei dati non deve condurre ad un atteggiamento inerte e rinunciatario.

Tante variabili per un solo obiettivo. Una proposta operativa può essere riassunta da una serie di variabili: - Produzione : gli elementi ecologici nella fase di produzione dell'oggetto sono: P1. Riduzione dell'inquinamento e delle immissioni tossiche causate dai processi produttivi. P2. Riduzione dei consumi energetici, dei materiali e più in generale delle risor-se nella produzione degli oggetti. P3. Utilizzo di materiali riciclabili, rinnovabii e puliti, riciclati e ulteriormente riciclabili, compresi gli sfridi di lavorazione.

- Utilizzo: gli elementi ecologici prevalenti nella fase di utilizzo dell'oggetto sono: U1. Riduzione dell'inquinamento e delle emissioni tossiche nocive causate dall'utilizzo del prodotto, ergonomia e particolare attenzione alla salute ealla sicurezza dell'utente. U2. Riduzione dei consumi energetici e delle risorse impiegate per il funziona-mento del prodotto, oppure durante il suo utilizzo (risparmio i risorse) U3. Riparabilità, versatiità ed efficienza, in funzione della durata di vita del prodotto (durabiità).

- Dismissione : gli elementi ecologici prevalenti nella fase di eliminazione dell'oggetto, alla fine della sua vita utile sono: D1. Facilità di smaltimento oppure facilità di smontaggio finalizzata alla reintegrazione dei materiali nei cicli produttivi. D2. Prodotti e servizi finalizzati al recupero di altri prodotti o allo smaltimento di rifiuti (risparmio di degrado e di risorse.

Due movimenti alla base. La moderna architettura bio-ecologica affonda le sue radici in due movimenti: quello della conservazione dell'ambiente e quello delle tecnologie alternative o "appropriate" -

Gli animali e le piante vivono nel proprio habitat e la loro vita, il loro nutrimento, i loro ripari sono parte integrante di catene o flussi e di materiali ed energie interdipendenti. Esiste un equilibrio ecologico, e in assenza di interventi determinanti da parte dell'uomo, tutte queste interazioni contribuiscono a mantenerlo in modo dinamico. In passato le case erano più legate all'ecosistema del luogo: erano fatte di materiali locali e dipendevano da energia, nutrimento ed acque locali. Il riciclaggio dei rifiuti avveniva sul posto.

Ma quali sono, concretamente le strategie che si possono mettere in campo per costruire, restaurare o ristrutturare e nostre case?

L'Architettura Bioecologica considera l'edificio come un organismo vivo, che deve inserirsi naturalmente nello spazio e non costruire una barriera sigillata tra l'esterno e l'interno, consentendo all'uomo di vivere in quell'equilibrio universale a cui il suo organismo si è conformato nel corso dei millenni.

L'Architettura Bioeeologica è " totale". Con ciò si intende che essa deve occuparsi non solo della edificazione ma anche della ristrutturazione e, in generale, dell'intervento sul territorio.

Punti qualificanti e basilari dell'Architettura Bioecologica sono: l'indagine preliminare per individuare, localizzare gli elementi di perturbazione ed inqunanti che possono sussistere nell'ambiente, nei materiali e negli impianti.

L'analisi della potenzialità energetica del sito che dovrà essere utilizzata al massimo grado , usando solo impianti tecnologici ecocompatibilidi scelta e i materiali che dovranno essere reperibili in loco, riciclabili, naturali, non nocivi e che non siano stati resi inquinanti da trasformazioni strutturali che hanno stravolto la composizione chimica iniziale.

L'Architettura Bioecologica si propone di fornire Infrastrutture e di costruire manufatti volti al massimo benessere psicofisico del fruitore, nel totale rispetto dell'ambiente, delle tradizioni e cultura locale, e delle loro evoluzioni nel tempo. Questo ci permetterà di consegnare alle generazioni future un mondo di cui non dovremo vergognarci ed in cui esse potranno realizzare una vita migliore della nostra.

Su questa strada tutti sono responsabili: organi di informazione, educatori e docenti, e soprattutto operatori di ogni settore produttivo. questi devono preparare e fornire materiali e tecnologie eco-compatibili. Anche su queste basi tecniche, coinvolgendo Amministrazioni ed Enti Pubblici e Privati, e tutta l'opinione pubblica, con determinazione, sì dovrà chiedere l'intervento delle forze politiche per ottenere una revisione ed un adeguamento delle leggi in materia di Architettura Bioecologica.

La posta in palio è molto importante, il prezzo di una cattiva politica riguardante il mondo delle costruzioni lo si sta già pagando da tempo. Continuare a farlo potrebbe avere effetti catastrofici.

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