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RISCHIO RADON, UN PENSIERO IN PIU'

23/01/2002

L'Agenzia regionale per la protezione ambientale, segnala il Vicentino in testa alla mappa veneta.

E' la seconda causa di tumore ai polmoni dopo il fumo.

di Gianni Nizzero

Pensavate che la vostra casa, antisismica, dotata di scudo stellare e di rifugio antiatomico fosse sicura? Magari avete anche le protezioni contro l'elettro magnetismo e gli influssi negativi degli astri? Se non avete fatto i conti con il radon siete a rischio.

Il radon? Sì, si tratta di quel gas naturale prodotto dal decadimento dell'uranio che interessa le abitazioni di ottanta paesi del Veneto.

Ben 54 degli ottanta comuni interessati sono vicentini (vedi elenco a fondo pagina), gli altri sono bellunesi, ma un pochino anche trevigiani e due o tre padovani. Non c'è da vergognarsi ad aver ignorato gli effetti del radon: fino ad ora lo hanno sottovalutato tutti, eccetto. le nazioni, più evolute. Gli Stati Uniti ogni anno vi dedicano una settimana. Da noi, gli ultimi rilevamenti sono dell'89, è pochissimo conosciuto. Pochi sanno che è cancerogeno, che è la seconda causa a provocare i tumori ai polmoni. Subito dopo il fumo: ma per i fumatori i rischi da radon si moltiplicano.

La presenza del radon non era però sfuggita al. l'Organizzazione mondiale della sanità che aveva dato precise indicazioni alle autorità sanitarie. Il Veneto si è mosso per tempo e ieri nel chiostro di San Domenico, l'Arpav Regionale ha presentato il "rapporto radon". Una prima assoluta. "Non facciamone un'emergenza, ha detto l'assessore alla sanità Fabio Gava, perché le misure di protezione sono abbastanza semplici, ma è comunque un rischio da tenere in considerazione. Certo è che la nocività è scientificamente provata".

La settimana scorsa la Giunta regionale ha adottato una delibera in cui fissa in 200 Bequerel per metro cubo la soglia di rischio.

Ha anche approvato l'elenco di 80 comuni nei quali almeno il 10 % delle abitazioni presenta concentrazioni superiori. La mappa è stata realizzata dall'Arpav con la collaborazione di mille 230 famiglie che hanno ospitato in casa gli apparecchi per la rilevazione.

"A differenza dei rilevamenti nazionali, che si limitano ai luoghi di lavoro - ha precisato Gava - noi abbiamo realizzato il monitoraggio delle abitazioni". Lo stesso assessore però ha specificato che la nostra regione, non è tra le più esposte.

Infatti il gas, presente variamente in tutti i terreni, diventa pericoloso quando si concentra. Avviene nei locali chiusi, soprattutto nei pavimenti e nei locali a contatto con il terreno.

Anche i materiali da costruzione contribuiscono ad incrementarne la presenza. Soprattutto quelli di derivazione vulcanica. Come tufo e graniti.

Perciò regioni come la Lombardia e il Lazio sono tra le più esposte, seguite da Friuli e Campania; il Veneto viene dopo l'Alto Adige, l'Abruzzo e il Piemonte. La media nazionale infatti è intorno all'89%, quella veneta del 59% -

Accanto alla mappatura del territorio, l'iniziativa della Regione punta ad una campagna informativa per tutti i cittadini. Intanto è stato istituito un numero verde 800-080480 dell'Agenzia regionale per l'ambiente, l'Arpav, in grado di fornire utili informazioni. Peraltro consultabili anche al sito della stessa Arpav. Poi è stato messo a punto un opuscolo esauriente e di facile consultazione, sia per conoscere il problema che per ricavare utili consigli per la prevenzione e la bonifica. L'obiettivo s'è detto nel convegno di ieri presenti parecchi sindaci e amministratori degli 80 comuni è quello di ridurre l'incidenza dei tumori ai polmoni. "Basterebbero 50 in meno all'anno", ha osservato l'assessore. All'incontro sono inter-enuti, oltre al sindaco Enrico Hullweck per un breve saluto, Roberto Gnesotto del servizio epidemiologico regionale, Flavio Trotti dell'Arpav di Verona, Giancarlo Torri, Giovanni Zannoni e Giancarla Niero. Il direttore generale dell'Arpav Paolo Cadrobbi ha tenuto la sintesi finale. L'incontro è stato moderato da Luca Carra, vice direttore di "Tempo Medico".

Sono 54 i comuni "ad alto potenziale di radon"

Si calcola che siano 300 i tumori ai polmoni provocati ogni anno nel Veneto dal radon. Il gas, inodore, si diffonde soprattutto ai piani terra. Pericolosi i locali chiusi che bisognerebbe arieggiare.

Per misurarlo si spendono 100 euro, 200 mila lire. Ci si può rivolgere all'Arpav, (numero verde 800-080480), oppure a ditte specializzate e idonee che saranno incluse in un albo regionale. Così pure quelle idonee per la bonifica. La bonifica varia da 500 a 3 mila euro (da un milione a sei milioni). Nelle nuove costruzioni basta prevedere il problema al momento della progettazione (è ampiamente previsto nella bio -architettura...).

Stando ai rilevamenti dell'Arpav, il prossimo passaggio sarà la mappatura delle scuole che si trovano nelle aree a maggior rischio. In abitazioni risultate ben al di sopra della soglia di allarme, la stessa Agenzia regionale procederà con interventi sperimentali di bonifica.

Ecco l'elenco dei comuni vicentini inclusi nella mappa "ad alto potenziale di radon": Agugliaro, Albettone, Arsiero, Breganze, Caldogno, Caltrano, Calvene, Campolongo sul Brenta, Carrè, Cassola, Chiuppano, Cogollo del Cengio, Conco, Costabissara, Dueville, Fara Vicentina, Foza, Isola Vicentina, Laghi, Lastebasse, Lugo, Lusiana, Malo, Marano, Montecchio Precalcino, Monticello Conte Otto, Pedemonte, Piovene Rocchette, POOsina, Recoaro Terme, Roana, Rosà, Rossano Veneto, Rotzo, Salcedo, San nazario, Sandrigo, Santorso, Sarcedo, Schiavon, Schio, Solagna, Thiene, Tonezza, Torrebelvicino, Valdagno, Valdastico, Valli del Pasubio, Valstagna, Velo d'Astico, Vicenza, Villaverla, Zanè, Zugliano.

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