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I MATERIALI PER LE MURATURE E OPERE STRUTTURALI

L'ARGILLA

Per i motivi addotti parlando di cemento e ferro è ovvio che le murature portanti sono la soluzione tendenzialmente preferita per gli edifici fino a tre piani e che per diversi motivi sono ecologicamente sconsigliabili edifici molto sviluppati in altezza.

Dal punto di vista bioecologico la preferenza nella scelta di una muratura deve andare all'argilla materiale presente nel nostro ambiente in quantità consistenti in modo molto diffuso e per questo da sempre universalmente impiegato alle diverse latitudini, dotato di grandi capacità di traspirazione (permeabilità al vapore) e di isolamento acustico, costituisce, per le sue caratteristiche di assorbenza e di inerzia termica, un ottimo volano termo igrometrico in grado di creare un clima abitativo ideale: se correttamente dimensionato, accumula e reirraggia il calore radiante prodotto all' interno delle abitazioni e tende ad equilibrare I' umidità relativa dell'aria interna.

Queste caratteristiche sono maggiormente presenti nell'argilla cruda e cioè nel materiale semplicemente essiccato e non cotto in fornace a temperature molto alte. Blocchi in argilla cruda, per murature, ovviamente non portanti, vengono oggi riproposti anche in Italia e rappresentano una soluzione ideale quando si possono realizzare strutture portanti in legno.

ll laterizio, ovvero I' argilla cotta, realizzato nella forma del mattone pieno o in quella del blocco forato in percentuale non superiore al 45% è invece indicato, anche in zona sismica, per le murature portanti che dovranno essere, per ottimizzare le loro proprietà, monolitiche e a forte spessore.

L'argilla per essere biologicamente compatibile non deve essere addittivata con materie seconde, come invece spesso avviene, e, in caso di porizzazione finalizzata al miglioramento delle prestazioni termocoibenti del laterizio, i materiali aggiunti all'argilla dovranno essere di origine vegetale o minerale come nel caso della polvere di legno, della perlite o di prodotti di scarto della produzione agricola come la pula di riso, mentre si dovranno escludere i materiali derivati dalla sintesi petrolchimica come il polistirolo materiale privo di sostenibilità ambientale.

IL LEGNO

E' insieme all'argilla il materiale base per la costruzione bioecologica. E' infatti in assoluto in edilizia la materia prima più rinnovabile oggi disponibile anche se, soprattutto in Italia, il suo uso si è fortemente ridotto negli ultimi decenni a seguito di interventi di impoverimento del patrimonio forestale nazionale molto precedenti a quelli, tanto condannati, in corso nel terzo mondo. Ha caratteristiche fisico tecniche che ne fanno un materiale perfettamente idoneo a creare luoghi di abitazione vitali ed equilibrati. Ha ottima resistenza meccanica, forte potere termocoibente, grande igroscopicità e quindi capacità di regolare I' umidità relativa degli ambienti, alta temperatura superficiale che lo fa definire empiricamente un materiale "caldo".

Come per I' argilla le sue proprietà fisico tecniche trasmettono a livello psicologico messaggi positivi collegati istintivamente al benessere. Non è un caso che il legno, anche se spesso usato in modo scorretto, sia il principale materiale da costruzione nei paesi più avanzati del mondo come gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone e tutto il centro e nord Europa. Per tornare ad essere un materiale primario anche in Italia sarebbe ovviamente necessaria una seria politica di forestazione produttiva in un territorio come il nostro per altro fisicamente ideale per questo orientamento produttivo. Ciò non toglie che, soprattutto nel nord Italia, vista la relativa vicinanza a paesi produttori ed esportatori di legname come l'Austria, il legno possa tornare ad essere usato in maniera sostanziale e non solo in maniera formale e nostalgica. Sono in questo caso necessari chiarimenti essenziali sul suo approvvigionamento e sul suo uso.

Il legno da usare in un'ottica di rispetto dei criteri della sostenibilità ambientale deve essere preferibilmente di produzione locale, scelto favorendo le specie a rapido accrescimento come il pino, I' abete, il pioppo, I' ontano, la robinia, ecc., deve provenire da taglio selettivo e quindi da forestazione produttiva o da attività di riciclaggio. Vanno quindi evitati innanzitutto tutti i legnami esotici che in genere provengono da deforestazione ma che, nella migliore delle ipotesi, hanno richiesto per il trasporto per mare sprechi energetici inaccettabili e trattamenti con antiparassitari fortemente tossici in fase di lavorazione e di uso. Per l'incidenza dei trasporti e per il rischio dei trattamenti antiparassitari sono sconsigliabili in genere i legnami di produzione extraeuropea.

Le migliori prestazioni di questo materiale si ottengono rispettando i tempi di taglio (luna piena), di stagionatura secondo criteri naturali e di controllo della sua umidità che per evitare le deformazioni e lo sviluppo di parassiti deve essere inferiore al 15/18%.

Va ovviamente molto esplicitamente chiarito che il legno perde le sue principali caratteristiche e può addirittura trasformarsi in un materiale pericoloso per I' ambiente e per la salute umana se viene trattato con prodotti derivati dalla sintesi petrolchimica come impregnanti per I' uso all'esterno, collanti e vernici protettive ricchi di formaldeide, solventi e altri prodotti di provata tossicità. Questi prodotti, oltre a determinare un pericolo in fase di produzione e di applicazione per gli addetti, tendono a rilasciare composti volatili nei primi mesi dopo la posa ma soprattutto modificano le prestazioni proprie del legno come I' igroscopicità arrivando inevitabilmente ad annullarle in alcuni casi.

Se necessario, i trattamenti per la protezione e la cura del legno possono essere realizzati con prodotti di derivazione vegetale o animale come I' olio di lino, le resine di conifera, le essenze di agrumi, la cera d'api e molti altri. I semilavorati (compensati, listellari, multistrati ecc.) richiedono sempre I' uso di collanti più o meno dipendenti dall'industria petrolchimica ed in particolare dalla formaldeide prodotto di riconosciuta pericolosità onnipresente nei lavori di protezione e incollaggio del legno. L'uso di questi prodotti non è normato in Italia, ma esiste una classificazione tedesca che consente di riconoscere con la sigla "EI" quei semilavorati in cui il contenuto di formaldeide è stato ridotto ai minimi termini.

IL CEMENTO

Il cemento viene utilizzato anche per la realizzazione di blocchi per muratura che hanno ovviamente tutti i limiti della materia prima con cui sono realizzati e I' unico pregio del basso costo. Più interessanti dal punto di vista bioedile sono i blocchi per muratura realizzati con cemento unito a elementi diversi come le fibre di legno mineralizzate, I' argilla espansa, la polvere di alluminio. Quando la qualità del cemento è certificata questi blocchi, pur non raggiungendo nel complesso le qualità dell'argilla, hanno buone prestazioni dal punto dì vista dell'accumulo termico, della coibenza, della traspirabilità, della resistenza al fuoco.

LA PIETRA

Anche la pietra è un materiale storicamente utilizzato in modo molto diffuso ma, per motivi principalmente legati al notevole impatto ambientale derivante dalla cavazione, il suo uso è tollerabile solo per limitati interventi decorativi, per interventi di recupero o quando il materiale provenga da riuso di elementi provenienti dalle demolizioni. E' in ogni caso sconsigliabile utilizzare questo materiale quando ha un forte contenuto di radioattività naturale come nel caso della maggior parte dei graniti o delle pietre di origine vulcanica come il tufo.

I MATERIALI PER LE FINITURE SUPERFICIALI

LA CALCE

Anche la calce (idraulica ed aerea) appartiene al gruppo dei materiali" base" della bioedilizia. Possiede infatti ottime qualità biologiche, diffusa reperibilità, basso contenuto energetico in fase produttiva. Viene usata come legante per malte e intonaci e come componente per pitture. In entrambi i casi garantisce alle murature trattate ottime doti di traspirabilità.

La calce eminentemente idraulica (silicato di calcio, silicato bicalcico), quando non è frutto di trasformazioni industriali del cemento ma è di origine naturale così come la conoscevano i romani ai tempi delle loro grandi opere di ingegneria, può molto spesso sostituire il cemento nei massetti, nei sottofondi, negli intonaci rustici garantendo a queste opere maggiore traspirabilità, assorbenza, coibenza, doti fondamentali soprattutto negli intonaci per garantire regolazione termoigrometrica e quindi condizioni microclimatiche interne positive ed equilibrate.

ll grassello di calce o calce spenta (idrato di calcio) è invece il materiale base per i lavori di finitura e soprattutto per gli intonaci dove garantisce in modo coerente il completamento del pacchetto di muratura secondo i criteri già esposti ovvero quelli della regolazione termoigrometrica e della traspirabilità e insieme risultati estetici, nelle innumerevoli varianti di grande pregio offerte dalla tradizione costruttiva regionale italiana.

IL GESSO

Il gesso naturale, da non confondere con il gesso chimico che l'ha progressivamente sostituito nei cantieri, ha buone caratteristiche dal punto di vista bioedile ed è quindi consigliabile per interventi di alto valore decorativo nelle finiture d'interni.

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